Archibugio

L'Archibugio

L’Archibugio deriva dalla elaborazione dello “Schioppo”, in uso col perfezionamento della mistura della polvere da sparo ad opera del monaco Benedettino Bertoldo Schwarz nel 1534. il suo nome deriva dal tedesco “Hakenbuchse” (cannone ad uncino), infatti, per il peso della canna, che era di bronzo e lunga, c’era una forcella che la sosteneva e che permetteva un facile puntamento. Da questi derivò il Trombone che si differenzia dall’archibugio per la lunghezza della canna, che è più corta, ed allargantesi verso la bocca così da somigliare ad una tromba; in realtà tale imboccatura consentiva un facile caricamento anche di notte, senza spreco di polvere.
La carica è costituita da polvere nera (salnitro 75% - zolfo 1,5% - carbone 12,5%) carta e pallini o frammenti di ogni genere in modo da avere un tiro a mitragliera. Tale arma era tatticamente usata per la difesa dei fossati delle fortezze.
Il trombone, a seconda delle regioni veniva differentemente chiamato Pistone, per il suo modo di caricamento (pestare) oppure Spazzacampagna o Spazzafosso per l’effetto del suo uso.

Il Pistone, come correntemente è chiamato a Cava, ha un peso medio di 12 Kg. e viene caricato con una carica media di 30 grammi di polvere nera. Da scarico è inserita nella canna una asta cilindrica generalmente di legno oppure in ottone chiamata correntemente Spolvera ed essa serve per pressare la polvere e la carta nella fase di caricamento. L'innesco della carica avviene mediante lo schiacciamento una capsula a fulminato di mercurio azionato dal cane (1).
Allo sparo si da generalmente una spinta in avanti per compensare il forte rinculo provocato dallo sparo.
(1) A seconda delle epoche storiche c’è stata una certa evoluzione nel perfezionamento dell’arma, in particolare sul meccanismo d’innesco; iniziato mediante miccia, via via perfezionato, indi l’acciarino a ruota (elaborato a Norimberga nel 1517), poi l’acciarino a focile (che usava una scaglia di selce) infine a percussione che ben presto soppiantò tutti gli altri. Ciò fu possibile per la scoperta di un chimico a Londra: l’Abate Forsyth che a partire dal 1808 commercializzò liberamente il fulminato ed il meccanismo nuovo che lo utilizzava.